Nazareth

Sulla strada del lavoro: alla Cooperativa Nazareth il progetto per gli stranieri neomaggiorenni

12 settembre 2017
News

Dal sito www.fondazionecr.it

È come interrompere non una, ma tante lezioni. Pratica e teoria. Tavolate di ragazzi ai corsi di italiano con maestre volontarie. Via vai di giovani, italiani e stranieri, che a metà mattina animano il centro diurno Giona, al civico 81 di via Bonomelli. Attività creative, laboratori. Mentre stropicciano la tastiera, gli operatori salutano chi arriva a piedi o in bici. Intanto fuori, nel cortile, è imbastito il mercatino con frutta e verdura biologiche appena arrivate da Rigenera, l’azienda agricola appena fuori città dove si impara sporcandosi le mani di terra.

La Cooperativa Nazareth lavora ogni anno, da più di quindici, con i giovani svantaggiati, soprattutto migranti, minori non accompagnati ospitati a Cremona in varie strutture. Qui loro hanno un porto sicuro dove attrezzarsi per il mare dell’età adulta. La ricerca di un lavoro, per loro extracomunitari è la condizione necessaria per rimanere in Italia dopo i diciotto. Percorso che tanti di loro non potrebbero compiere senza la patente della macchina da inserire nel curriculum. La Fondazione Città di Cremona ha premiato così il progetto “sulla strada del lavoro”, da otto anni una collaborazione tra la Cooperativa Nazareth e un’autoscuola cremonese.

Questa è l’opportunità per i neomaggiorenni. «Pochissimi hanno frequentato le scuole, alcuni arrivano in Italia analfabeti» ci racconta Francesco Iacchetti, psicologo con anni di esperienza nel mondo del no-profit. «Quello che noi facciamo è dargli strumenti necessari. Come la possibilità di prendere la patente. Senza non potrebbero neanche sperare in un tirocinio nel settore dei traslochi o della pulizia del verde. Per i lavori alla loro portata saper guidare è indispensabile». “Sulla strada del lavoro” della Cooperativa Nazareth è rientrato così tra i quattro progetti che la Fondazione Città di Cremona ha finanziato – questo nello specifico con 7mila euro – per l’interesse e l’impegno dimostrati sul tema dell’inserimento lavorativo e dell’integrazione sociale. Corsi di teoria e pratica alla guida che potrebbero aprire le porte per un tirocinio, magari in una ditta di traslochi o da un fruttivendolo. E in cantiere, per il futuro, anche corsi di informatica presso il centro Giona, dove insegnare i rudimenti del digitale.

«Col Consorzio Mestiere li mettiamo in contatto coi datori di lavoro, facciamo corsi. Compiliamo curricula, li orientiamo. A gennaio abbiamo attivato 13 tirocini e 5 sono già diventati posti di lavoro, uno a tempo indeterminato». Tono ottimista quello di Carlo Bassignani, altro operatore della Nazareth specializzato nei processi che accompagnano i minori stranieri verso l’autonomia. «Non sempre è facile. C’è chi arriva in Italia con un’esperienza di lavoro. Uno dei nostri ragazzi faceva il carrozziere in Egitto. Ma per ricevere il permesso di attesa occupazione del ministero a volte aspettano un anno intero. È un limbo».

Circa 60 tra minorenni o neomaggiorenni stranieri che orbitano attorno alla Cooperativa Nazareth. Quest’anno molti sono arrivati dal Kosovo o dall’Albania. Poi con le ondate migratorie dal Maghreb o dal centro Africa. Coi progetti e le varie attività sperano in un futuro migliore. Magari per far felici anche le famiglie nel paese d’origine. Tema delicato come sottolinea Bassignani. «I rapporti coi genitori non sempre sono facili. Noi operatori non abbiamo contatti con loro, ma in certi paesi è normale che un bambino di 10 anni lavori. Spendono tanto per far venire i figli in Italia e si aspettano che trovino subito occupazione. E se non trovano qualcosa pensano che stiano facendo la bella vita». Le lezioni continuano al civico 81, l’ex seminario dei Saveriani approdo ogni giorno tra la Cooperativa Nazareth e le altre realtà ospitate di un migliaio di persone. «Non è un ghetto, ma un luogo di incontro per chi è in difficoltà», dicono quelli del centro diurno. Sopra la porta d’ingresso, c’è un simbolo a riassumere la loro missione: la balena che riportò il profeta Giona sulla propria strada.

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