Nazareth

Il Vescovo Antonio in visita alla Coop. Nazareth

7 ottobre 2016
News

Giovedì 6 ottobre per la Cooperativa Nazareth è stato una giornata di festa; infatti ha avuto il piacere di ospitare il Vescovo Antonio Napolioni.
La cooperativa Nazareth, nata nel 2001 da alcune organizzazioni cremonesi, svolge attività di progettazione, realizzazione, gestione di servizi educativi ed assistenziali rivolti prioritariamente ai minori e alle famiglie; in particolare la cooperativa si occupa della gestione del Centro Diurno Giona presso il quale si realizzano percorsi di sostegno diurno a favore di adolescenti con disagio sociale e familiare e minori stranieri che arrivano in Italia non accompagnati…non accompagnati – ovvero privi di figure adulte di riferimento.
Don Pier Codazzi, Presidente della Cooperativa, e Giuseppina Biaggi, Vicepresidente, insieme agli educatori e ai ragazzi di Giona hanno accolto il vescovo mostrando la realtà della cooperativa.
Il vescovo Antonio ha incontrato non solo i ragazzi del Centro diurno in Via Bonomelli ma anche tutti i volontari che ogni giorno si alternano nel doposcuola. E’ stato un momento di scambio e anche di divertimento e gioco.
La visita è continuata nei Campi di Persico dove Nazareth ha avviato ormai da qualche anno un’attività di agricoltura biologica e presso la struttura di Via Persico 86 dove è stato realizzato un progetto di Housing Sociale con la realizzazione di 8 appartamenti che ospitano nuclei in situazioni di fragilità con il supporto di una famiglia tutor che fa da custode e che mette a disposizione una stanza per la primissima accoglienza di minori non accompagnati o minori italiani.
Il pomeriggio è stato l’occasione per i giovani della Drum Bun – gruppo informale di giovani che durante l’estate da ormai 18 anni vanno in Albania e Romania per attività con i bambini e i ragazzi del posto – e legati durante l’anno alla cooperativa, di farsi conoscere e presentarsi al vescovo.
Durante i saluti il vescovo Antonio ha ricordato le parole dell’anno, “cantiere” e “sogno”, sottolineando che Nazareth è già un cantiere di progetti e relazioni, e che serve continuare ad essere attori dell’intera comunità sia cittadina che cristiana.