Il racconto di due giovani volontari Drum Bun sull’incontro con Don Giovanni Fiocchi da 20 anni fidei donum in Albania
“Don Giovanni, salve! Siamo arrivati a Scutari. Un’oretta e saremo a Puka”. È questo il nostro primo contatto con lui in terra albanese. La risposta è frettolosa, spesso solo un “ok, vi aspetto”: chissà in quale delle sue mille faccende è impegnato… Poco importa, sappiamo che al nostro arrivo lui sarà lì ad accoglierci nella sua casa.
Appartamento tipico del regime comunista, condòmini albanesi: don Giovanni ci invita subito ad immergerci nella vita della cittadina come fa lui da ormai 19 anni. Per noi è chiaro quanto lui sia una figura di riferimento per la comunità di Puka. Numerosi sono, infatti, i cambiamenti che ha apportato alla città nord-albanese: i bambini hanno trovato nell’oratorio da lui costruito un punto di ritrovo e di gioco importante e significativo; i cittadini, ma anche gli abitanti di villaggi lontani, hanno trovato dei luoghi in cui poter vivere la propria spiritualità grazie alle numerose chiese costruite; in molti sono stati da lui incoraggiati a mettersi in gioco dal punto di vista lavorativo sul territorio, con la fiducia di poterlo migliorare. Di fronte a situazioni dove un’immediata assistenza sarebbe la via più facile da perseguire, ciò che ogni anno ci colpisce maggiormente è proprio la sua risolutezza nel seguire la via “educativa”, dando loro delle opportunità per autodeterminarsi.
Spesso il cammino è tortuoso e i riscontri non sempre possono dirsi positivi. Ogni anno siamo testimoni di come le maggiori opportunità di studio e di lavoro offerte dal sud dell’Albania e dall’estero portino i giovani abitanti di Puka e dintorni ad allontanarsi dalla propria casa. “Buongiorno per tutto il giorno” è la frase con cui ci accompagna don Giovanni quasi tutte le mattine all’inizio delle nostre attività e forse è questo il suo motto per trovare il coraggio di ricominciare sempre da capo il suo lavoro educativo in Albania.
I due motivi principali che ci spingono a tornare a Puka ogni anno ce li ha trasmessi proprio lui, la speranza che una continuità di relazioni possa portare a risultati concreti e visibili e il cambiamento non solo della realtà dove si va ad operare ma anche e soprattutto di sé stessi; è vederlo, infatti, nella sua quotidianità, parlando un albanese che fa invidia agli albanesi e camminando al loro fianco ma “un passo avanti” senza mai scoraggiarsi, che ci porta a confermare quanto don Giovanni Fiocchi sia proprio un fidei donum.