Nazareth

Intervista doppia a due volontarie di Giona

24 aprile 2015
News

Una piccola intervista a due volontarie di giona: ci raccontano della loro esperienza e attività con i nostri ragazzi.

1) Quando sei diventato/a volontario/a Nazareth?

1 – Due anni fa, dopo il mio primo viaggio in Albania con il gruppo Drum Bun di volontariato all’estero.

2 – Ho cominciato a gennaio 2011

2) In cosa consiste la tua attività di volontariato?

1- La mia attività di volontariato consiste nell’aiutare ragazzi della scuola media/superiore nello svolgere i loro compiti scolastici o nel prepararsi per eventuali verifiche e interrogazioni della settimana.

2 – Il primo anno aiutavo i ragazzi a fare i compiti assegnati perché nel gruppetto che seguivo ti ragazzi andavano a scuola alla mattina. In seguito aiutarli nelle schede loro assegnate per comprendere e parlare l’italiano.

3) Come sei entrato/a in contatto con la Coop. Nazareth?

1 – Mi sono fatta convincere da alcuni amici dell’oratorio a partire per il volontariato estivo in Albania/Romania con Drum Bun e da lì sono entrata in contatto con la Coop. Nazareth.

2 – Opera di convincimento da parte di don Pier

4) Con l’esperienza di volontariato a Giona cosa pensi della situazione degli stranieri?

1 – Penso che abbiano bisogno di aiuto concreto per “muoversi” all’interno della nostra società e che, essendo il loro numero in costante aumento, sia necessario un’azione impegnata sopratutto da parte loro. Forse è solo questione di dare loro una fiducia e un appoggio che probabilmente non sempre sono riusciti ad avere nella loro vita.

2 – Non sono solo volti che vedi alla televisione o che incontri per strada ed anche ti importunano per strada, ma stando con questi ragazzi non puoi che pensare a quanto noi siamo fortunati e forse un po’ della nostra fortuna la dobbiamo mettere a disposizione. Certo il problema è enorme e sicuramente le persone che hanno il potere di fare realmente qualcosa non sò se si stanno muovendo nella direzione giusta per almeno ridurlo. Noi nel nostro piccolo possiamo solo contribuire perché certe situazioni siano almeno sostenibili.

5) Cosa ti porti a casa dopo un pomeriggio in compagnia di minori stranieri non accompagnati?

1 – A volte una testa che scoppia, a volte tanta soddisfazione, sempre gioia e nuove prospettive verso cui guardare e su cui riflettere. Tanta simpatia.

2 – La convinzione che non avrei potuto spendere meglio di così il mio tempo. Il pensiero che se fossi io la mamma costretta a mandare mio figlio in un paese straniero senza la possibilità di vederlo ed aiutarlo forse pensando che alcune persone si prendono cura di lui mi farebbe sentire un po’ meglio.