Nazareth

Il prezzo di un sogno

24 giugno 2019
Gnews

“Il prezzo di un sogno” è il titolo del progetto che ha avuto come proposito quello di stimolare i ragazzi a raccontare la propria storia. Giovani africani, albanesi e kosovari si sono impegnati in un percorso che ha utilizzato lo strumento del disegno per guidarli verso la narrazione del viaggio travagliato che li ha portati sino a qui. Il risultato, disegni sotto forma di fumetto, è stato esposto in questi giorni al Centro Fumetto A. Pazienza per celebrare la Settimana del Rifugiato, dedicata a tutti gli stranieri che arrivano in Italia richiedendo asilo.

Durante l’inaugurazione della mostra, tenutasi martedì 18 giugno, è stata illustrata la finalità dell’esposizione: permettere ai ragazzi di esporre il proprio vissuto, che non di rado passa inosservato se non volutamente ignorato, e trasmetterlo a coloro che non hanno attraversato queste esperienze, ricevendo ascolto e attenzione.

Le tematiche principali sono tre: la vita nel Paese natale, il viaggio e come immaginano e desiderano il futuro. Scavare a fondo per far riemergere ricordi dolorosi, confrontare la vita trascorsa nel loro Paese e in Italia, portare alla luce le proprie aspettative e speranze nei confronti del futuro ha fornito un mezzo ai ragazzi per elaborare i propri traumi da una prospettiva nuova, attraverso un linguaggio che non ha come
perno le parole, bensì le immagini e le emozioni.
Il progetto ha inoltre consentito a ragazzi di diverse etnie di comunicare e trovare punti di incontro mediante la condivisione di esperienze simili, creando in questo modo un legame di fiducia tra loro e con i referenti del progetto.

I giovani stranieri che hanno partecipato hanno affrontato un profondo e totale cambiamento per costruire un futuro migliore. Hanno lasciato la loro casa, la famiglia, gli amici, tutto quello che avevano conosciuto
fino ad allora e, per quanto spaventoso potesse essere, hanno trovato il coraggio di intraprendere un viaggio pericoloso e dall’esito incerto. La capacità di rischiare e la grande fiducia nelle possibilità offerte dal futuro possono rappresentare un’ispirazione per tutti coloro che vivono nel timore di un mutamento fondamentale delle proprie vite. Nella nostra società è molto diffusa la paura del cambiamento: abbiamo paura di trovare un nuovo lavoro, di trasferirci in un’altra città, di fallire i nostri progetti di vita, eppure un luogo presso cui tornare lo abbiamo quasi sempre. Questi ragazzi non sanno se nel loro futuro ci sarà la possibilità di tornare o di rivedere i propri familiari e amici; in qualche caso le esperienze che hanno vissuto sono state talmente traumatiche che non desiderano più rivederli, mentre altri mantengono i contatti nella speranza di un ricongiungimento futuro.

Osservando i fumetti, possiamo immaginare come potremmo affrontare noi un viaggio rischioso, che, senza esagerare, potrebbe persino condurre alla morte: a Giona abbiamo potuto ascoltare storie di ragazzi africani che hanno visto morire amici davanti ai loro occhi o la propria madre tra le braccia. È molto differente sentir raccontare questi fatti dalla loro viva voce o tramite i loro disegni rispetto al venirne a conoscenza mediante mezzi d’informazione impersonali come telegiornali, giornali, ecc. Conoscendo queste esperienze possiamo comprendere meglio loro e prendere esempio per vivere in modo migliore le nostre vite.
Attraverso il fumetto, tutti, sia chi è più schivo e restio, sia chi è più propenso all’apertura, hanno potuto comunicare il loro vissuto e il loro desiderio di costruire una vita nuova e dignitosa e, forse, creare e crearsi un mondo migliore rispetto a come l’hanno trovato.